INTERVISTA AD ALESSANDRA MELCHIONDA
Scritto da Carla    Lunedì 17 Agosto 2015 18:13    PDF Stampa E-mail

Mi è sembrato simpatico visto che c’è un periodo di calma dagli impegni agonistici riempire questo vuoto dedicando lo spazio ad alcune interviste nei confronti delle atlete più grandi anche per far conoscere alle più giovani quello che è stato il loro percorso di crescita come atlete ma soprattutto come persone.

Cominciamo quindi dalla capitana della squadra femminile assoluta la prof. Alessandra Melchionda. Ale per tutti noi. Classe 1975. Specialità lancio del giavellotto e eptathlon.

Allora Alessandra mi racconti come ti è venuta questa passione per l’atletica leggera?

“E’ tutta colpa di mio padre! Ho cominciato a praticare atletica prestissimo, grazie a lui, che è insegnante di educazione fisica e allenatore di atletica. Ho iniziato con i centri di avviamento allo sport per bambini nelle palestre, successivamente le prime esperienze di lanci e salti in un campo di calcio senza pista fino ad allieva ad Eboli, il paese nel quale sono nata.

Quindi per te non è un’esperienza nuova quella di non avere un campo dove allenarti come sta succedendo a Brescia ormai da tre anni in seguito alla chiusura del Calvesi.

“Purtroppo no, anche se pensavo di non dovermi mai più trovare in una situazione del genere che rischia di annullare anni e anni di fatiche e progetti. Confido molto che il Sindaco rispetti le promesse fatte, non si può andare più avanti in queste condizioni”

Continua il tuo racconto.

“A 15 anni finalmente, con la costruzione della prima pista di atletica in un paese vicino casa, abbiamo cominciato a fare sul serio. Essendo abbastanza coordinata riuscivo bene in diverse specialità, per cui ho fatto quasi da subito esperienza sulle prove multiple; così sono arrivati i primi risultati, partecipazioni alle finali dei campionati italiani di categoria e dei campionati studenteschi con la scuola.

I tuoi genitori sono una coppia “strana” lui, ce lo hai già detto, insegna ginnastica e lei è invece una professoressa di lettere, di solito non si digeriscono molto e si contendono gli allievi, a te come è andata?

“Mia madre, infatti, sin da subito si è preoccupata per il tempo che avrei portato via allo studio. Mi ha comunque permesso di praticare questo sport con il patto di non trascurare la scuola. Così, determinata, sono riuscita a diplomarmi al liceo e a laurearmi in Scienze Motorie allenandomi sei volte a settimana.”

Quindi non è vero che lo sport porta via tempo allo studio?

“Io sono convinta che quando una cosa ti piace, impari ad organizzarti e ad ottimizzare il tempo che hai a disposizione. Anzi praticare uno sport secondo me insegna anche questo. Non devi perdere tempo e riesci a fare un sacco di cose che altrimenti perderesti l’occasione di sperimentare magari dicendoti vabbè lo faccio dopo!”

Poi cosa è accaduto dopo i primi successi?

“A 18 anni sono stata contattata da una società laziale, la Cises Frascati, una delle società più forti d’Italia di allora. Inizialmente l’esperienza di gareggiare fuori mi spaventava, ma poi ho capito che dovevo trovare nuovi stimoli e provare nuove esperienze; così ho accettato di gareggiare per loro. Dopo qualche anno la Cises ha chiuso i battenti ed io con quasi tutte le atlete sono passata  alla SAI di Roma, l’attuale ACSI Roma. Sono stata con loro diversi anni fino al mio trasferimento a Brescia per lavoro ( tanto per cambiare insegno anch’io).”

Quando sei venuta a Brescia quindi continuavi ad allenarti anche se lavoravi e dovevi inserirti in un ambiente nuovo, lontano da casa?

“Sì, dovevo allenarmi e in questo caso l’atletica mi ha aiutato anche ad inserimi più velocemente nel tessuto sociale della città. Allenandomi al campo Calvesi ho conosciuto diverse persone che operavano nell’atletica Brescia 1950. Ho trovato da subito un ambiente sereno, per cui quando il direttore tecnico Stefano Martinelli mi ha proposto di far parte dell’atletica Brescia ho accettato subito.”

Sei contenta dei tuoi risultati?

“Sono abbastanza soddisfatta della mia carriera da atleta, ho raggiunto i 5000 punti nell’eptathlon e quasi 50 metri nel giavellotto; ho vestito due volte la maglia azzurra partecipando a due incontri internazionali nelle prove multiple, non saranno grandi risultati, ma per me sono state belle ed emozionanti soddisfazioni. E’ stata dura, tante volte mi veniva da pensare: “Ma chi me lo fa fare?”. Consiglierei comunque questo sport ai giovani d’oggi, perché è uno sport completo, insegna ad essere determinato, permette di conoscere molte persone e fare molte amicizie.

In effetti l'eptathlon sembra abbastanza duro. Riuscire bene in sette specialità non è cosa da tutti direi. Quali erano quelle che ti piacevano di più e nelle quali riuscivi meglio?

"Sicuramente la disciplina è molto dura, specie agli italiani riuscire a mantenere la concentrazione fino all'ultima prova quella per me più difficile degli 800 metri è una bella impresa. Comunque è bellissima l'atmosfera che si respira durante queste gare. C'è molta solidarietà fra le atlete perché la sfida è con il cronometro e il centimetro più che con l'avversaria e quindi si creano anche delle belle amicizie. Dopo il giavellotto la specialità che preferivo e che mi riusciva meglio erano i 100 hs anche se andavo bene anche nel getto del peso." 

So che tu hai raggiunto dei buoni risultati anche in altri sport o sbaglio?

“Si ho fatto parte della nazionale di hockey su pista e disputato vari tornei internazionali”

E poi qualche altro hobby??

“Mi piacciono i balli latino-americani e ultimamente ho riscoperto la lettura alla quale dedico il poco tempo che mi rimane. E quando posso scappo dai miei nipotini che mi riempiono di gioia. 

 

Da grande cosa vuoi fare?

“Oggi dedico ancora molto tempo all’atletica, un po’ meno come atleta, un po’ di più come allenatrice nella speranza di trasmettere questa grande passione ai giovani.”

Vuoi dare un consiglio a chi vuole praticare questo sport? 

“L’atletica mi ha dato la possibilità di cogliere i miei limiti e le mie potenzialità; mi ha fatto capire che nello sport, come nella vita, se non ci si impegna con costanza non si raggiungono i risultati prefissati. Se dovessi dare un consiglio alle mie compagne di squadra, ma in generale a tutti quelli che praticano sport, direi: PROVATECI...ma davvero!!!”

Ultimo aggiornamento ( Lunedì 14 Settembre 2015 19:50 )